
"Una distinzione tra funzioni classiche
e digitali, queste si trovano lì dove ce
n’è bisogno nella pratica.
Il display ingrandito a 3 pollici
che permette di avere un controllo
dell’immagine più efficace è un altro
motivo per il quale si lavora bene con
l’H3DII. Ciò che non si nota subito
è il ventilatore di cui la fotocamera
non ha più bisogno rispetto ai mo-
delli precedenti. I conduttori termici
trasmettono il calore del sensore al
corpo macchina e una parte del calo-
re viene propagata all’esterno grazie
ad una stretta connessione meccani-
ca tra il corpo macchina e il dorso.
Questo metodo di raffreddamento
silenzioso fa inoltre sì che il sensore
presenti una propensione minore al
rumore termico.
Hasselblad ha modificato comple-
tamente il processo di produzione
per l’H3DII, la fotocamera e il dorso
sono un tutt’uno. Le componenti ca-
librate esattamente non possono più
essere scambiate con facilità. In sede
di produzione il sensore viene posi-
zionato in uno spazio di pochi cen-
tesimi di millimetri e la sua posizione
viene poi misurata: qualsiasi diver-
genza viene archiviata come fattore
di correzione per il sistema AF. Ciò
significa un autofocus ad alta preci-
sione che imposta in maniera esatta
il livello di messa a fuoco addirittura
con teleobiettivi a diaframma aperto.
Il dorso della fotocamera può esse-
re smontato, cosa a cui non si può
rinunciare per motivi di manuten-
zione. Dal momento che l’interfac-
cia della fotocamera viene adattata
meccanicamente al dorso digitale,
in caso di bisogno l’H3DII non può
essere attrezzata con un magazzino
per pellicola come i suoi predecessori
essendo una vera fotocamera digitale
completamente integrata.
I possessori di un modello H3D
precedente si chiederanno a questo
punto se l’abbiano acquistato troppo
presto, ma non c’è motivo di preoc-
cuparsi. A parte il fatto che è possibile
effettuare upgrade che, si noti bene,
contengono una fotocamera nuova,
con un semplice update del firmware
si possono insegnare ai modelli pre-
cedenti i trucchi essenziali del nuovo
modello. Chi poi non si dovesse tro-
vare più con la dicitura dei tasti non
più corretta, può occupare il pulsante
Drive con la nuova funzione per l’im-
postazione ISO e d’equilibrio del
bianco, fare comparire i menu tramite
le rotelle d’impostazione e aggiunge-
re il controllo della batteria; in questo
modo anche la gestione dei modelli
precedenti risulta migliorata.
Tutte le fotocamere traggono pa-
rimenti vantaggio dalle ulteriori in-
novazioni del firmware e dal nuovo
coppie di linee per millimetro ai va-
lori di 15, 30 e 60 mentre l’obiettivo
Hasselblad a 10, 20 e 40.
Alla luce di questi risultati l’obiet-
tivo Hasselblad calibrato per il for-
mato d’immagine più grosso risulta
eccellere sul suo pendant compatto.
I risultati delle misurazioni dimostra-
no non solo il livello di prestazioni
maggiore dell’obiettivo Hasselblad,
ma il forte contrasto che diminuisce
solo leggermente verso la periferia
dell’immagine ci dice inoltre molto
sui vantaggi pratici. Nell’ottica della
fotocamera compatta le curve MTF
mostrano preoccupanti avvallamen-
ti a diversi intervalli rispetto al centro
dell’immagine, cosa che nella pratica
può significare che la messa a fuoco
può essere garantita solo al centro
dell’immagine.
I diagrammi MTF sono solo valo-
ri di misurazione ai quali non tutti
attribuiscono un’importanza deci-
siva; tuttavia i risultati coincidono
con le esperienze pratiche di molti
fotografi che possono sempre fare af-
fidamento sull’impareggiabile qua-
lità degli obiettivi Hasselblad anche
in situazioni critiche. I possessori di
fotocamere compatte hanno spesso
difficoltà a trovare obiettivi con i
quali sfruttare a pieno le prestazioni
della loro fotocamera. Con l’aumen-
to della risoluzione del sensore l’at-
tenzione è rivolta nuovamente agli
obiettivi poiché sono loro che alla
fin fine creano l’immagine mentre
il sensore si limita a registrarla. In
questo campo Hasselblad è attrezza-
ta in maniera eccellente con un’am-
pia gamma di pregiati obiettivi, dal
supergrandangolare 28 mm fino al
teleobiettivo da 300 mm. Anche il
sensore fa la differenza: la massima
risoluzione della H3DII-39 garanti-
sce una risoluzione dei dettagli del
30% maggiore rispetto alle fotoca-
mere compatte più efficienti e grazie
a ciò il fotografo gode di maggiori
libertà. Hasselblad si affida a sensori
CCD nei quali la porzione di super-
ficie fotosensibile è maggiore rispet-
to ai CMOS e che presentano anche
un intervallo maggiore di pixel.
Entrambi i fattori portano ad un ru-
more termico minore; le immagini
devono venire manipolate di meno
risultando più naturali.
integraziOne
Nel confronto dell’H3DII con le
fotocamere compatte è inoltre neces-
sario sfatare il pregiudizio secondo il
quale si tratta di una fotocamera per
pellicola con dorso digitale applica-
to. Ciò può essere vero per i modelli
precedenti, ma l’H3DII è una fotoca-
mera completamente integrata il cui
corpo e il cui dorso possono essere
smontati solo a scopo di manuten-
zione. Nell’H3DII il corpo macchina
e il dorso non comunicano più tra di
loro, ma sono un tutt’uno.
Il fotografo si rende conto del-
l’integrazione prima di tutto grazie
alla modalità d’uso ottimizzata. È
stato mantenuto il convalidato cor-
po della serie H, ma gli elementi di
comando sono stati adattati all’uso
digitale. Con il vecchio pulsante Dri-
ve si ha ora la possibilità di impostare
l’equilibrio del bianco e la sensibilità
e le rotelle d’impostazione possono
essere utilizzate anche per l’uso dei
menu visualizzati sul display sul dor-
so. Il pulsante che veniva azionato
per riavvolgere la pellicola formatta
ora la scheda di memoria e premen-
do due tasti contemporaneamente ci
si può informare sulla stato di carica
della batteria. Premendo due volte il
pulsante di scatto compaiono i me-
nu della fotocamera; in questo modo
l’H3DII può essere gestita semplice-
mente con la mano destra.
I possessori esperti di fotocamere
H notano subito che l’utilizzo della
fotocamera è diventato più efficien-
te. Chi pensa prima di tutto a DSLR
compatte quando si parla di foto-
camere digitali rimane sorpreso dal
modo in cui l’H3DII sta in mano
con la sua impugnatura ergonomica
e dalla sua semplicità; dal punto di
vista del soggetto l’H3DII è solo una
silhouette snella. L’H3DII non fa più
A meno di un anno dal riuscito lan-
cio sul mercato dell’H3D di Hassel-
blad entra già in scena il modello
successivo, l’H3DII. Dal puro punto
di vista ottico sembra che Hasselblad
abbia apportato poche migliorie alla
nuova fotocamera, vale a dire mo-
dalità di utilizzo ottimizzate con la
stessa gamma di prestazioni. Tut-
tavia all’interno dell’H3DII è stato
modificato molto di più rispetto al
modello precedente: con questa fo-
tocamera Hasselblad ha raggiunto
la meta realizzando una macchina
fotografica reflex digitale completa-
mente integrata. L’H3DII ha lo stesso
aspetto di una H2 con dorso digitale,
ma la fotocamera e il dorso in questo
caso sono diventati un team (quasi)
inscindibile.
DimensiOni
cHe cOntanO
La caratteristica comune a tutti i
modelli H3D è la loro leggendaria
qualità di immagine le cui origini
risiedono nella qualità e soprattutto
nelle dimensioni degli obiettivi e del
sensore di immagine, come ai tem-
pi della pellicola. Oggigiorno anche
le macchine fotografiche compatte
hanno raggiunto il magico traguardo
dei 20 megapixel e desidererebbero
volentieri cacciare dallo studio i “fra-
telli grandi”, ma a questo scopo si no-
ta subito che un’alta risoluzione del
sensore da sola non basta poiché si
è già arrivati al punto in cui anche la
qualità degli obiettivi influisce sulla
qualità di immagine.
Abbiamo effettuato misurazioni
sul banco ottico con un obiettivo
per fotocamere compatte e con il
suo pendant Hasselblad e abbiamo
registrato le curve della funzione
di trasferimento della modulazio-
ne (MTF) le quali mostrano in che
modo un obiettivo è in grado di ri-
produrre una fine struttura lineare
rispetto allo scostamento dal cen-
tro dell’immagine. Anche durante
le misurazioni così come nella pra-
tica vigevano diverse condizioni:
per ottenere settori di profondità
di campo paragonabili nonostante
le diverse dimensioni dei sensori, il
fotografo Hasselblad può chiudere
il diaframma di uno stop rispetto al
collega della fotocamera compatta e
trae vantaggio dalla maggiore quali-
tà della prestazione rappresentativa
che ne risulta. Dal momento che le
dimensioni del sensore della H3DII
sono il doppio rispetto a quelle del-
la fotocamera compatta, l’obiettivo
non deve neanche raggiungere una
risoluzione così fine; dalle nostre mi-
surazioni è risultato che l’obiettivo
della fotocamera compatta presenta
Phocus-Software disponibile all’ini-
zio del 2008 e che in un certo senso è
una parte integrale della fotocamera.
La sensibilità di tutti i modelli digitali
H aumenta di uno stop (fino a 800
ISO per l’H3DII-22 e -39, 1600 ISO per
l’H3DII-31), si raggiunge una miglio-
re soppressione del rumore termico e
dell’effetto moiré e si gode del fine-
tuning dell’autofocus, l’UltraFocus.
L’H3DII è molto più avanti dei suoi
predecessori, a cominciare dal di-
splay più grosso, la messa a fuoco
leggermente più precisa grazie alla
produzione integrata di tutte le com-
ponenti della fotocamera e il minore
rumore termico dell’immagine gra-
zie al sistema di raffreddamento più
efficiente. Tuttavia lì dove gli update
di firmware o software sono fattibili
a livello tecnico, anche i possessori
di modelli precedenti prendono par-
te allo sviluppo della fotocamera:
Hasselblad ci tiene alla salvaguardia
degli investimenti.
Flessibilità
L’H3DII fa parte del vasto sistema H
che viene continuamente ampliato.
L’innovazione più recente è il mo-
dulo GPS posizionato sul lato destro
vicino alla porta accessori e responsa-
bile della registrazione delle coordi-
nate precise legate ad ogni fotografia.
Phocus, il software per l’H3DII che
uscirà presumibilmente a gennaio,
può segnalare la posizione esatta in
cui è stato effettuato lo scatto sull’im-
magine di satellite fornita tramite
Google Earth (v. anche a pagina 38).
Ciò è utile a lungo termine al fotogra-
fo che lavora spesso fuori dallo studio
poiché i dati relativi al luogo offrono
informazioni importanti quando si
cerca un’immagine in un secondo
momento. Il modulo si adatta a tutte
le fotocamere H fintanto che si tratti
di modelli “D” o di fotocamere dota-
te di un dorso CF.
Chi lavora con l’H3DII si godrà
anche la possibilità di utilizzare
l’ImageBank II al posto delle solite
schede CompactFlash. Si tratta di
un disco fisso portatile da fissare
alla cintura sviluppato per i modelli
H3, dotato di un’alimentazione indi-
pendente e sul quale possono essere
salvate diverse migliaia di fotografie
in base al modello di fotocamera. I
fotografi che lavorano in studio ap-
prezzeranno la possibilità di gestire
la fotocamera dal computer tramite
cavo Firewire.
Nonostante tutta questa integra-
zione l’H3DII ha mantenuto la sua
struttura modulare, come ad esem-
pio per il mirino. Il mirino a penta-
prisma in dotazione può essere sosti-
tuito con un mirino a pozzetto, una
prospettiva più adatta in diverse si-
tuazioni di ripresa. Non molti sistemi
di fotocamera sono ancora in grado
di offrire questa peculiarità.
L’H3DII è tutt’ora disponibile con
tre sensori di diversa risoluzione: il
modello di partenza è l’H3DII-22
con 22 megapixel, l’H3DII-31 offre
una sensibilità doppia con il suo sen-
sore da 31 megapixel leggermente
più piccolo che si confà all’impiego
all’aperto. L’H3DII-39 con la sua ri-
soluzione a 39 megapixel è la foto-
camera digitale con la risoluzione
attualmente maggiore sul mercato. È
inoltre disponibile come modello a
scatto multiplo in grado di spostare il
sensore di un pixel durante le esposi-
zioni multiple. Vengono quindi regi-
strati tutti i colori di base su ogni pixel
con il risultato che il riconoscimento
dei colori e la rappresentazione dei
dettagli vengono ulteriormente mi-
gliorati. Lo scatto multiplo è ideale
per scene di still-life, per soggetti in
movimento la fotocamera può esse-
re impiegata anche nella modalità a
scatto singolo.
cOnclusiOni
Con la presentazione dell’H3DII si
è conclusa la metamorfosi della fo-
tocamera H, concepita originaria-
mente per l’impiego con pellicola di
formato medio, in una fotocamera
digitale grande formato purosangue.
In questo caso il concetto di gran-
de formato calza a pennello poiché
attualmente non ci sono sensori di
immagine più grossi dei modelli da
circa 49 x 37 mm che Hasselblad uti-
lizza nell’H3DII. In combinazione
con una gamma completa di pregiati
obiettivi, la Digital Auto Correction
che corregge ancora in digitale anche
i minimi errori residui degli obiettivi,
l’UltraFocus-System che apporta leg-
gere modifiche nella messa a fuoco,
e il Phocus-Software che si disfa an-
che degli ultimi dettagli nelle foto-
grafie, Hasselblad ha raggiunto uno
standard di qualità unico nel mondo
delle fotocamere digitali.
In questo intento Hasselblad non
ha perso di vista la facilità d’uso della
fotocamera: le modifiche effettive nel
nuovo concetto d’impiego rappre-
sentano per il fotografo un enorme
progresso nel lavoro pratico di tutti i
giorni. Ed è proprio questo il punto: la
fotocamera deve semplicemente esse-
re lo strumento che permette al foto-
grafo di dare sfogo alla sua creatività
senza dovere riflettere su dettagli e
problemi tecnici, un compito che può
affidare tranquillamente all’H3DII.
1 È l’ottica che Fa la diFFerenza
3 intuizione
Foto: Jürgen müller
Per la registrazione delle curve della funzione di trasferimento della
modulazione abbiamo misurato sul banco ottico l’hasselblad hcd 4/28
a confronto con lo zoom uSM eF 16-35 mm 1:2,8 di canon, amato dai
professionisti. Per ottenere angoli d’immagine e settori di profondità di
campo paragonabili, abbiamo impostato il diaframma in questo modo:
2,8 sull’obiettivo canon con distanza focale 20 mm e 4 sull’obiettivo
hasselblad. tenendo conto del sensore decisamente più piccolo delle
fotocamere canon, abbiamo rilevato 15, 30 e 60 coppie di linee per l’obiet-
tivo canon, per l’hcd 10, 20 e 40. i risultati importanti in termini fotografici
dimostrano la superiorità dell’obiettivo hasselblad e sottolineano il fatto
che le dimensioni di sensori e obiettivi sono fattori indispensabili
in Sintesi
• le dimensioni contano: È il
motivo per il quale gli obiettivi
Hasselblad sono decisamente
migliori rispetto ai loro pendant
compatti e raggiungono una
migliore riproduzione dei dettagli.
• Modalità d’uso ergonomiche:
ecco come l’H3Dii è d’aiuto al
fotografo grazie ad un concetto
d’uso ottimizzato.
• Migliore integrazione:
l’H3Dii trae vantaggio dal fatto
d’essere una fotocamera reflex
puramente digitale.
• un sistema modulare: un’am-
pia gamma di obiettivi, mirini
intercambiabili e sensori GPS
fanno dell’H3Dii una fotocamera
di sistema digitale.
il dorso dell’h3dii decora il nuovo
luminoso display tFt da 3 pollici che
permette di avere un ottimo controllo
sull’immagine. Per le nuove h3dii la
fotocamera e il dorso digitale vengono
prodotti insieme e aggregati in ma-
niera da diventare un’unità logica e da
garantire l’esatta messa a fuoco meglio
che in passato. i conduttori termici tra-
smettono il calore del sensore all’ester-
no e tramite uno stretto collegamento
meccanico tra la fotocamera e il dorso
anche al corpo della fotocamera. in
questo modo il ventilatore finora utiliz-
zato diventa superfluo e al contempo il
rumore termico diminuisce
2 integrazione
non c’era motivo di modificare la com-
provata ergonomia della fotocamera h;
la distribuzione delle funzioni dei tasti
è stata invece adattata alle esigenze
di una fotocamera puramente digita-
le. adesso esiste un tasto facilmente
raggiungibile per l’impostazione iSo e
l’equilibrio del bianco; premendo due
tasti si può vedere lo stato di carica
della batteria e dietro l’impugnatura
c’è un tasto per la formattazione della
scheda di memoria. Premendo due
volte a metà il pulsante di scatto viene
visualizzato il menu sul monitor che si
può scrollare con entrambe le rotelle
d’impostazione. l’h3dii può essere
così utilizzata in modo veloce ed intui-
tivo per mezzo della mano destra"